WUNDERKÜCHE - CORSO DI CUCINA MEDIEVALE E RINASCIMENTALE
Wunderkammer propone anche quest'anno l'esperienza di Wunderküche, che ha come sempre lo scopo di riscoprire e assaporare le ricette della cucina italiana del basso medioevo e rinascimento: 4 pomeriggi ai fornelli, chiacchierando di storia, gastronomia e letteratura, e quattro serate a cena, con Marina Mai.
A tavola con Petrarca
24 gennaio 2016, dalle ore 17.30
A tavola con Enea Silvio Piccolomini
21 febbraio 2016, dalle ore 17.30
Alla tavola di Caterina de' Medici
3 aprile 2016, dalle ore 17.30
A tavola con Machiavelli
8 maggio 2016, dalle ore 17.30
Corso di cucina Medievale e Rinascimentale - Trattoria Ai Fiori, piazza Attilio Hortis, 7
Un appuntamento 50 €, quattro appuntamenti 150€.
Info e prenotazioni: 328 8079920 o presso il ristorante Ai Fiori 348 9368426.
L'iscrizione obbligatoria, del costo di 20 €, dà diritto a ricevere la dispensa con le ricette e il grembiule di Wunderküche. Chi ha già partecipato al I corso, e quindi possiede il grembiule, avrà il cappello da cuoco di Wunderküche.
A tavola con Petrarca
Petrarca appare spesso, per quanto se ne desume dalle letture scolastiche, figura più esangue e slegata dai piaceri terreni del suo contemporaneo e fraterno amico Boccaccio. Si tratta in realtà di un'immagine falsata e stereotipa, perché anche solo dalla lettera Posteritati, in cui ci tiene ad apparire morigerato e corretto, emerge un elemento che ci illumina sul suo rapporto col cibo: 'I banchetti...non mi sono mai piaciuti...Ma pranzare con gli amici mi è sempre piaciuto, tanto che nulla mi è stato più gradito che averli come commensali, e mai di mia volontà ho mangiato senza compagnia.' Chi ama mangiare in compagnia non ha certo un rapporto complicato o distaccato col cibo. Alla tavola di Petrarca non dobbiamo però immaginare cibi troppo elaborati o presentati in modo immaginifico, bensì la buona cucina quotidiana dei suoi tempi, magari con qualche incursione negli usi d'oltralpe, dove visse gli anni della giovinezza. Anzi il 'cosmopolitismo' di Petrarca, cioè il suo non essere legato strettamente ad un solo luogo di vita, ci permette di spaziare tra la cucina milanese e parmigiana, toscana e veneta dell'epoca.
- Frictelle piene di vento con prosciutto di Parma
- Minestra di finocchi
- Sformato di zucca
- Cinghiale in umido con polentina di farro
- Verze stufate
- Mandolata con biscotti assisiati al limone
A tavola con Enea Silvio Piccolomini
Enea Silvio Piccolomini fu vescovo di Trieste e poi papa col nome di Pio II. Prima di entrare nella Chiesa visse però per molti anni da umanista, da esponente di rilievo di quella stagione eccezionale che fu il Quattrocento italiano: viaggiò per tutta Europa nell'ambito di un'importante carriera cancelleresca e si interessò di letteratura, geografia e storia. Proponiamo alla sua tavola cibi caratteristici di questa zona povera ed estrema d'Italia, ma anche della cucina che si poteva proporre ad un papa.
- Frittelle di zucca e frittelle con l'anima
- Minestra di ceci guarnita
- Bigoli in salsa
- Rombo arrosto con sapor bianco e salsa verde
- Carciofi in intingolo
- Piatto di credenza
- Piccoli budini di riso con salsa all'arancia
Alla tavola di Caterina de' Medici
Caterina de' Medici, nata a Firenze nel 1519, nel pieno della crisi militare e politica italiana, dopo un'infanzia difficile, in cui mise però subito in luce la sua forte personalità e intelligenza, sposò a quattordici anni Enrico d'Orleans, secondogenito di Francesco I di Francia. Partendo per quel paese rozzo e arretrato - agli occhi di una fiorentina - si portò dietro una corte di dame, cavalieri, cuochi e pasticceri, perfino, pare, un gelataio da Urbino. Gli stessi grandi cuochi francesi, da La Varenne ad Escoffier, ammettevano che la cucina francese, ancora rozza e vicina agli usi medievali, fu avviata alla raffinatezza dall'influenza dei cuochi italiani portati a corte da Caterina de' Medici. Naturalmente le ricette italiane furono poi rivisitate e ci fu un'influenza di ritorno della grande cucina francese su quella italiana a partire dal XVIII secolo. Proporremo quindi alcune delle innovazioni portate in Francia da Caterina, come l'uso di cuocere i volatili con l'arancia, gli spinaci, i carciofi, gli asparagi e anche qualche ricetta 'di ritorno'.
- Crostini di asparagi
- Zuppa di cipolle
- Pasticcio di maccheroni alla Pompadour
- Anatra all'arancia
- Fondi di carciofi ai piselli
- Gelato di crema alla fiorentina con salsa di frutta secca
A tavola con Machiavelli
Di famiglia nobile ma impoverita, Machiavelli dovette adattarsi ad una carriera diplomatica minore, che lo portò però in molte parti d'Europa, oltre che d'Italia, consentendogli la stesura delle sue geniali opere politiche. Scrisse anche moltissime lettere, da cui emerge in parte la vita quotidiana di un personaggio disincantato e amante del buon vivere, che però non sempre poté concedersi gli agi di cui avrebbe amato godere. Gli accenni al cibo non sono frequenti: sappiamo che in val di Pesa produceva olio e vino, amava uccellare tordi, ma svela all'amico Francesco Vettori che all'"hora del desinare... con la mia brigata mi mangio di quelli cibi questa povera villa et paululo patrimonio comporta". Alla sua tavola ci saranno dunque non piatti da banchetto di corte - e neppure tordi, che oggi, in tempi di vegetarianismo, non è certo facile trovare - ma da privato gentiluomo.
- Crostini di milza alla fiorentina
- Zuppa di spinaci con gnocchetti di pane
- Sformatino di parmigiano con crema di carciofi
- Arrosto in crosta di semi e spezie con salsa al miele
- Verdure primaverili con salsa d'uova
- Torta di ciliegie
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